"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck

mercoledì 31 agosto 2011

vacanze 2011


in 2 si sta benone, ma in 4 si sta meglio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

giovedì 4 agosto 2011

i mari del Sud

Soltanto i giovani hanno momenti simili. Non sto parlando dei giovanissimi. No. I giovanissimi, in effetti, non

hanno momenti. È il privilegio della prima giovinezza di vivere in anticipo sui propri giorni, in quella bella continuità di

una speranza che non conosce né pause né introspezione.

Ci si chiude alle spalle il piccolo cancello della fanciullezza e si entra in un giardino incantato, dove anche le

ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. Non perché sia una terra inesplorata. Si

sa bene che tutta l'umanità è passata per quella stessa strada. È il fascino dell'esperienza universale da cui ci si aspetta

una sensazione non comune o personale: un pezzetto di se stessi.

Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti, eccitati e divertiti, accogliendo insieme la buona e la

cattiva sorte - le rose e le spine, come si suol dire - il variegato destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi

le merita o, forse, per chi ha fortuna. Già. Si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una

linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro.

Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti?

Momenti di noia, ecco, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di quei momenti in cui chi è

ancora giovane è portato a compiere atti avventati, come sposarsi all'improvviso, o abbandonare un lavoro senza motivo

alcuno.

La linea d'ombra - J. Conrad


martedì 2 agosto 2011

cercando di venirne fuori

sniff


Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.

Nazim Hikmet

sabato 30 luglio 2011

ma che, parlo arabo?

Difendere l’identità nazionale, la lingua,il dialetto, le tradizioni.


Cosa vogliono questi immigrati con i loro kebab, tanto in auge nelle nostre strade?
Noi difendiamo i nostri buoni prodotti italiani, arance e limoni, albicocche e carciofi nati sotto il nostro bel cielo azzurro: vogliamo rinunciare forse al nostro milanesissimo risotto allo zafferano?
Non siamo razzisti: e se gli immigrati vengono qui solo per lavorare, per fare i facchini in un magazzino per esempio… niente in contrario. Possono anche vestirsi a modo loro, con le loro giubbe

ricamate e colorate, rosso scarlatto o cremisi, chi dice niente? Non siamo mica aguzzini.
Ma loro si trasformano subito in assassini della nostra lingua e della nostra cultura! Per questo dobbiamo bloccarli alla dogana!
Noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni, a una buona tazza di caffè, bevuta possibilmente stando sdraiati su un comodo materasso (e magari in un letto col baldacchino). Questi qua non bevono nemmeno alcol! Dobbiamo forse rinunciare a una bella caraffa di vino, che per noi è un elisir di lunga vita?
Ah che tempi meschini! Non siamo lo zerbino di questa gente che vuole tenerci in scacco!
Scusate l’azzardo: ma ormai qui ci sono immigrati a bizzeffe, cifre con molti zeri! Se continua così fra poco parleremo tutti arabo!

tratto da www.scudit.net

sogni&cappelle

domenica 24 luglio 2011

ragazzaccia



ti adoro

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Mandarino per nascita e per elezione, a orologeria per necessità. politicamente scorretta, vivo libera da ogni convenzione e religione, tutti i giorni reinvento il mio mondo e ridò la carica al mio trenino a molla