"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck

giovedì 23 dicembre 2010

jingle bells


sono entrata in un negozio di giocattoli, e fra le persone che si affannavano a comprare i regali di natale, i bambini impazziti, i commessi che riuscivano a non servire nessuno, e quell'aria così obbligatoriamente festiva, io mi sono messa a piangere fra gli scaffali di Lego e di Playmobil.

il nome giusto è esurimento nervoso.

ma poi ... quando penso che tutto mi stia crollando addosso, mi accorgo che non è poi tutto così negativo, che ho la mia persona speciale, che per fortuna è abituata a fare fronte alle bizze dei bambini.

grazie!!!!

e per favore non mi rispondere mai più che sono esagerata quando ti dico "oggi è stato uno dei più bei giorni della mia vita".

mercoledì 22 dicembre 2010

alfabeto

C di Ciclotimica

cosa c'è di male ad avere 14 anni?

in fondo devo ancora imparare ad andare in Vespa.

martedì 21 dicembre 2010

oggi non è un buon giorno per morire.


Mi sono sempre ammazzata dalle risate a sentire quelli che fanno propositi per l'anno nuovo.
mah! sarà la vecchiaia che avanza... sarà che sono proprio costretta a mettermi in discussione e a ripensare il mio modo di vivere le cose...
sarà che solo gli stupidi non cambiano idea.
comunque ho deciso che nel 2011 il mio motto sarà "chi dorme non piglia pesci", con chiaro riferimento ai vari pesciolini postati e al loro simbolismo.
si, insomma, prometto di smetterla con la pigrizia e con l'accidia, di tenere sotto controllo il malumore e la depressione, e di arrivare tutte le sere a crollare di stanchezza perchè ho avuto giornate produttive e intense.
"Hoka hey. Andate, uomini, oggi è un buon giorno per morire". Per me non più, dopo tanti anni passati a pensarlo mi accorgo che devo fare ancora tante cose prima di potermi permettere questo lusso.

domenica 19 dicembre 2010

l'angelo caduto


34 anni e mezzo che ci facciamo compagnia e ancora non riesco a tenerti sotto controllo.
ci casco sempre, faccio sempre il tuo gioco.
e non mi ricordo mai quel vecchio proverbio che dice "se non li puoi combattere fatteli amici".
è che certe volte te la dò vinta a tavolino. è che quando sono stanca te ne approfitti e riesci a prendere il sopravvento.
è che io e te siamo una cosa sola e dovrei imparare ad accettarlo. ad accettare le cadute così come il volo.

(foto: Madrid, L'Angelo caduto)

giovedì 16 dicembre 2010

jambo, kaixo, szia



bellissimo articolo di Silvia Minardi postato su "La poesia e lo spirito", trovato assolutamente per caso. io mi limito a copiare/incollare la parte che più mi interessa, ma l'ho trovato tutto davvero molto valido.
( http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/05/11/vivalascuola-11/#more-17452)



Abbiamo rimesso al centro del nostro impegno di riflessione e di formazione l’educazione linguistica integrata in un approccio per competenze. In un approccio per competenze imparare a comunicare in più lingue significa mettere gli apprendenti nelle migliori condizioni per sviluppare competenze linguistiche che permettano loro di “agire con la lingua”, di usare la lingua in modo appropriato ed efficace in contesti comunicativi reali.

L’ approccio per competenze dà all’apprendimento plurilingue una duplice dimensione. La prima è una dimensione diacronica: le lingue si possono imparare lungo tutto l’arco della vita, le lingue non si imparano solo a scuola, le competenze linguistiche non si acquisiscono una volta per sempre, ma si sviluppano nel tempo, talvolta anche in modo imperfetto e parziale. La seconda dimensione è quella che definirei tematica e contestuale: si apprende una lingua non “studiando” la lingua, il sistema e le norme che lo governano, ma soprattutto “usando” la lingua. L’apprendimento in più lingue è possibile se si fanno esperienze con le lingue in contesti significativi. Ovvero non si impara la lingua per poi usarla, ma si usa la lingua in diverse situazioni e attorno a contenuti significativi per impararla; quindi, attraverso il ripetersi di esperienze di apprendimento significativo e la riflessione sulle esperienze fatte, si impara ad usare la lingua sempre meglio.

Occorre, quindi, orientare il curricolo di educazione linguistica verso un insegnamento basato sulla trasmissione di senso, ovvero di “significati” e di “contenuti” che l’apprendente deve essere in grado di comprendere e di comunicare.

mercoledì 15 dicembre 2010

pesci&bolle

un post senza particolare senso. solo e semplicemente, i pesciolini che allietano il mio bagno.

martedì 14 dicembre 2010

alfabeto


P di Presa per il culo.





"Godo di più se ti divincoli
se ti arrabbatti sui tuoi trampoli
e se scivoli per venir su
ti confesso è quando rido di più"

lunedì 13 dicembre 2010

spirito natalizio


quest'anno sento lo spirito del natale. ma come mai?

immagine di Vincenzo Cucca (www.cuccadores.com)

perle&sorelle

qua e là sul web:
"La perla è associata alla Luna e per questo motivo è consigliata per ogni squilibrio emotivo"

"Fin dall’antichità, la perla è associata alla luna e alla femminilità.
Agisce sul metabolismo e sul sistema linfatico, dona a chi la indossa calma e saggezza, equilibra le emozioni. Contrasta la rabbia e l’aggressività."




(Dina Pala, Le Sorelle, 1967)

http://www.dinapala.it/index.php?idp=3&pi=4

martedì 7 dicembre 2010

amore psiche e altre sciocchezze

fa così paura a volte ammettere "sono felice".
"non sono più sola, e sono molto felice".


libertè....

se l’unica scelta che abbiamo è quella tra i mullah e i centri commerciali, tra l’egemonia dell’assolutismo religioso e quella del determinismo del mercato, né la libertà né lo spirito umano possono prosperare […]
Come mai quando vediamo che la religione colonizza qualunque altro campo della vita umana la chiamiamo teocrazia e sentiamo puzza di tirannia e quando vediamo che la politica colonizza ogni altro campo della vita umana la chiamiamo assolutismo e tremiamo alla prospettiva del totalitarismo, ma quando vediamo che le relazioni di mercato e il consumismo commerciale tentano di colonizzare ogni altro campo della vita umana li chiamiamo libertà e celebriamo il loro trionfo?

Benjamin Barber, consigliere di Clinton durante la sua presidenza
(Il McMondo e i no global dopo l’attacco dell’11 settembre, “La Repubblica”, 29 gennaio 2002)

sabato 4 dicembre 2010

che ridere!!!!!!










http://tg24.sky.it/tg24/speciali_tg24/beautiful_lab.html

"ci piace pensare che siamo esseri razionali"




che ci crediate o no, nelle notti passate sono stata visitata dal fantasma del Natale passato e dal fantasma del Natale presente.
e temo per stanotte.

palloncini e pesciolini

in questo blog,oltre ai mandarini, ho usato spesso un'altra metafora per parlare di me stessa: il pesce, spaziando dai piranha a quelli rossi agli squali...
ora ho scoperto un'altra immagine alla quale mi sono affezionata, quella del palloncino rosso. che contiene in sè due simbologie: il pallone in sè e il colore rosso.
innanzitutto ... posto un meraviglioso demotivational, amaro al punto giusto, che parla sia di pesci che di palloni rossi, quindi perfetto qui:




Ma, tornando al meraviglioso cortometraggio di Albert Lamorisse, avevo voglia di postare ancora qualcosa.. un paio di foto, innanzitutto, e quello che riporta il sito http://isozine.com/blog a proposito dell'uso del colore rosso.





Red has always been an infamous color in film. A color of rebellion. Of love. Of passion. With some cameras, the color red even bleeds on the screen. But no one has managed to use the color red to its fullest extent as much as Albert Lamorisse did in his film “Le Ballon Rouge”.
What he captured in that color is a child’s innocence and imagination. The discovery of Paris. The heartbreak of having to grow up one day. The cruelty of children. The mischief of a balloon. My own childhood. “Le Ballon Rouge” is the first film I saw that wasn’t a cartoon and that had actors in it. And it has left a lasting impression on me.
There is no point in telling the story of this film, if you have not seen it yet. Because you have to see it. It’s cinema at its best.

It’s the color red at its best.


infine, un quadro di Klee del 1922, intitolato appunto Le ballon rouge.


M di Molle


Un giorno in più che se ne va
un orologio fermo da un'eternità
per tutti quelli così come noi
da sempre in corsa, sempre a metà...

(Storie di tutti i giorni, Riccardo Fogli)

venerdì 3 dicembre 2010

le ballon rouge


















Le ballon rouge, Albert Lamorisse.

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Mandarino per nascita e per elezione, a orologeria per necessità. politicamente scorretta, vivo libera da ogni convenzione e religione, tutti i giorni reinvento il mio mondo e ridò la carica al mio trenino a molla