"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck

martedì 30 novembre 2010

longo è lo cammino








longo è lo cammino, e noi in fila longobarda non possiamo che avere fede nello cavalcone.
insomma, un epitaffio che è una supercazzola!

martedì 23 novembre 2010

parafrasando la Winterson

Non ci sono solo i mandarini.


(questa è super colta!)

domenica 21 novembre 2010

mandarino amerindio


Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.

Gli disse: «Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro noi. Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità. L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione».

Il piccolo ci pensò un minuto, poi chiese: «Quale lupo vince?»

L'anziano Cherokee rispose semplicemente: «Quello a cui dai da mangiare»

Amarsi un po'.....(o un po' tanto. o un po' in tanti)


"Le società occidentali si muovono verso la dimensione del 'poliamore'". Il politologo Massimiliano Panarari racconta ad Affari la società di domani secondo Attali
da: http://www.affaritaliani.it/Rubriche/cafephilo/cafe2405.html

di Virginia Perini, 13.10.2010

Amare più persone contemporaneamente è possibile. Anzi, è naturale. Fa parte della natura umana. Così come desiderare relazioni sessuali con persone diverse o cercare esperienze nuove e stimolanti. Solo la morale comune e le leggi si oppongono a queste esigenze dell'uomo e della donna contemporanei, generando una situazione di ipocrisia e ambiguità. E' la teoria del grande filosofo e sociologo parigino Jaques Attali che per primo ha teorizzato il 'Poliamore'. Tutto è nato da un articolo comparso sull'Express (magazine francese), in cui Attali teorizza il crollo della famiglia tradizionale a favore di una pluralità dei rapporti sentimentali e sessuali. Le élites intellettuali francesi lo hanno fatto proprio e ne stanno facendo un 'manifesto della società del futuro'. Un pensiero nuovo, che, facendosi forte di cambiamenti già esistenti, sovverte ogni tradizione.
"Le società occidentali si muovono verso la dimensione del 'poliamore'. E' un'analisi che nasce nelle élites parigine destinata a diventare un trend generale. E' la teoria su cui Attalì sta studiando e scrivendo. E arriva anche in Italia, nella rigida Italia. Gli intellettuali ne sono molto colpiti".
Massimiliano Panarari, politologo e studioso di Attali, spiega ad Affari in cosa consiste esattamente la 'teoria del poliamore'.
"La famiglia naturale monogamica occidentale è destinata alla scomparsa a causa dell'evoluzione dei costumi, ma senza battaglie ideologiche o laiche, solo per una normale trasformazione della società. E' un processo che muove da due fattori: una mobilità sociale molto elevata, visibile tuttora (cosa che spinge anche Attali a definire la società di oggi 'liquida') e il riconoscimento, maturato lentamente dagli anni 60 a oggi, che uno degli obiettivi sociali più importanti è la felicità. Si è affermato il diritto al desiderio di felicità".
Intendendo per felicità?"Proprio qui sta il cambiamento. Fino ad ora la felicità coincideva con la realizzazione di una vita accanto ad una sola persona, ora si comincia a concepire l'idea che la vita possa essere un susseguirsi di rapporti d'amore autentici. Non si parla della poligamia di certo mondo arabo dove le donne fanno le componenti degli harem a un uomo, ma di rapporti che possono essere anche contemporanei senza perdere la loro autenticità".
Quasi una rivoluzione di cui s'intravvedono i presupposti..."Ci sono delle avanguardie. Come in ogni movimento culturale. Non possiamo non tenere conto del fatto che in parte già esistono e sono molto diffuse in forma adulterina e ipocrita. La cosa che manca è la formalizzazione sociale di un nuovo modo di concepire i rapporti e la società ovvero una pluralità degli stili di vita che già esiste".
Il passo che manca? "E' un diritto che si deve affermare".
C'è una fascia sociale maggiormente predisposta ad accettare questo tipo di cambiamento?"Non è un caso che la nuova mentalità si affermerà prima nel ceto borghese parigino, per poi diffondersi anche là dove la Chiesa ha uno speciale impatto sulle classi inferiori. La cosa fondamentale è che il cambiamento venga inteso come un elemento in più a favore dei diritti. Poi il singolo è libero di decidere".
La teoria è nata in Francia? L'Italia?"Qui la situazione è più critica. La Chiesa esercita più potere che in Francia, paese tendenzialmente laico. E il grado di ipocrisia che descrivevo prima in Italia per molte ragioni è portato all'esasperazione. C'è difficoltà nel tutelare le coppie di fatto tra uomo e donna che non sono sposate, figuriamoci... Un bel ritratto della nuova tendenza è la realtà dipinta da Ozpetek nei suoi film: una società mista, plurale e diversificata, ma omogenea e pacificata".
Il sesso che ruolo ha?"Ha una componente fodamentale. Per un processo iniziato sull'onda degli anni Sessanta, ma poi rallentato. Si parte dall'idea che il sesso sia la base di un rapporto sentimentale, da vivere in libertà. Poi è molto forte l'idea della varietà e della sperimentazione. E' un bisogno fisico e mentale. Non riconoscerlo è totale ipocrisia. Da qui l'esigenza che l'uomo contemporaneo ha di avere un maggior numero di partner sessuali".
E la religione che fine farà?"Diventerà una risposta per la spiritualità del singolo. Una serie di precetti residuali ad uso dell'individuo, dice Attali".
I figli? Sparsi con quanti padri?... No scherzi a parte: l'esigenza di avere figli?"Rimane, sia per le donne che per gli uomini. E' la matrice dell'affermazione di femminilità e virilità".
Insomma complessivamente questa 'società del futuro'?In Francia c'è un libro di Attali che sta polverizzando i record sulla società europea tra 50 anni. In Italia è in traduzione. Si prevede il disastro ecologico, culturale, che lui identifica con la morte della borghesia illuminata. Una luce: una società meno coercitiva sui piani morali. Ulrich Beck, Anthony Giddens sono due teorici della globalizzazione che si occupano dello stesso tema e stanno teorizzando il 'processo di contrattualizzazione dei rapporti sentimentali': la fine dell'amore eterno poichè tutto è come un contratto a tempo e non c'è più unilateralità...".

il buon umore così, in un niente...


No, Massimiliano viene scostumato! Io sento a volte per esempio, 'a creatura sta vicino 'a mamma, s'alluntana e a mamma 'o chiama: Ma ssi mi li a no!
Chillo 'o guaglione chissà addò sta che sta facenno, invece Ugo, appena se move a mamma: Ugo! e nun se pò alluntanà pecchè Ugo!
Nun tene 'o tiempo, al massimo 'o putimme chiammà Ciro, nu poco cchiù luongo, giusto pè nun 'o fa venì troppo represso, almeno Ciro tene 'o tiempo 'e piglià nu poco d'aria...

Massimo Troisi, Ricomincio da tre.
http://www.youtube.com/watch?v=e3VQrgqk-7A

sabato 20 novembre 2010

qualcosa di molto mandarino su cui riflettere

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.


Italo Calvino, Le città invisibili

Quello che non hanno

Hanno l'abito blu - hanno lenzuola nere - hanno l'insonnia - hanno il potere - hanno giornali e telegiornali - hanno le galere - hanno le banche - hanno l'avere - hanno molti segreti - hanno pochi rimorsi - hanno i messaggi in codice - hanno il decodificatore - hanno metà dei carabinieri - hanno tutti i corazzieri - ancora incerti i pompieri - hanno Dio - hanno Patria - hanno Famiglia - hanno la testa devastata da tutto questo avere - hanno la forza di considerarsi vittime del dovere - hanno praticamente tutto - il potere di uccidere - e le parole del lutto - le informazioni riservate - e l'eleganza delle parate - hanno la storia - hanno la geografia - hanno le caserme - hanno le frontiere e il rispetto della maggioranza - perfino quello hanno - ma per sentirsi bene gli manca l'essenziale perché noi, non ci hanno e per questo stanno male.

Michele Serra

qualcosa su cui tornare a riflettere.....

approfondendo la citazione di Barthes...

E' la figura della mia verità; esso non può essere fissato in alcun stereotipo (che è la verità degli altri).

qualcosa su cui riflettere II

L'altro che io amo e che mi affascina è atopos. Io non posso classificarlo, poiché egli è precisamente l'Unico, l'Immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio. Egli è l'unico, assolutamente l'unico essere vivente che io possa amare. Chiunque altro incontri, fosse anche il mio idolo preferito, non può rimpiazzarlo. Non troverò nessun altro come lui, meglio di lui.

Roland Barthes

qualcosa su cui riflettere

la ceretta di Ockham fallisce ancora. l'unica cosa che c'è di realmente facile è riuscire a ferire le persone a cui diciamo di volere bene, scambiando la familiarità e la spontaneità con il diritto di dire e fare tutto ciò che ci passa per la testa.
in nome di un presunto sentimento sovrannaturale che ci lega indissolubilmente. ma io non credo che sia così, non credo a dio non credo a babbo natale, non credo all'oroscopo e non credo all'amore. credo nei piedi, nelle mani, nella forza di gravità, nella chimica, e nel rispetto. per gli altri e per se stessi.
e che la vita, questo si, possa diventare un inferno.
e ancora: credo a Saramago quando dice che una storia è sempre una relazione a tre, fatta da un uomo una donna e una terza persona, che è la relazione in sé, una persona di cui ci si dovrebbe prendere cura tutti i giorni, verificandone lo stato di salute (http://mandarinoaorologeria.blogspot.com/search/label/saramago).

e credo che lo spazio, prima o poi, finisca. che bisognerebbe fare attenzione a non occuparlo tutto con il proprio ego smisurato.

venerdì 19 novembre 2010

Antonella e la ceretta di Ockham


che bisogno c'è di complicarsi la vita.




che bisogno c'è di complicare ciò che è facile. ciò che è semplice. ciò che funziona.

che bisogno c'è di andare a provocare una persona che ce la sta mettendo tutta per capire mettersi in discussione e andare incontro all'altro.
qual è il confine fra volersi bene e complicarsi la vita?

martedì 16 novembre 2010

un film che voglio vedere

si proprio io, innamorata di Madrid... troppo rotta di coglioni per aggiungere gli accenti sulle parole, lo siento.

Vicky Cristina Barcelona

Porque tanto perderse tanto buscarse sin encontrarse.. me encierran los muros de todas partes, Barcelona... te estas equivocando no puedes seguir ignorando que el mundo sea otra cosa y volar como mariposa. Barcelona... hace un calor que me deja fria por dentro con este vicio de vivir mintiendo.. que bonito seria tu mar si supiera yo nadar. Barcelona...

mi mente esta llena de cara de gente extranjera, conocida desconocida y vuelta a ser transparente. No insisto mas Barcelona.. si no es cosa de tus ruidos, tu laberinto extrovertido. No he encontrado la razon porque me duele el corazón.. porque es tan fuerte que solo podre vivirte en la distancia y escribirte una canción. Te quiero Barcelona...

http://www.youtube.com/watch?v=AUMZs_2GVyQ




monogamy, mahogany

Mio marito non era fedele. Credeva che la monogamia fosse un tipo di legno.
Io sono una tipo, "Tesoro, no — la monogamia è proprio quando dormi con tua moglie". Lui invece è uno tipo... "No, cagna — Quella è la monotonia."
(Andrea Lynn Walker, Funny Ladies)

domenica 14 novembre 2010

pioggia e bugie

la canzone per eccellenza, il poeta per eccellenza.

mi fa strano pensare che la poesia l'ho conosciuta perchè, in un certo qual senso, mi è stata "dedicata", e ora provo io lo stesso stato d'animo che mi ha spinto a ricordarla e postarla qui.
senza dediche, solo un momento lirico che adesso mi appartiene.

la canzone è la solita che mi viene in mente quando inizio a lamentarmi che non piova.


ciò che ho scritto di noi




Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole


ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull’erba
è la tua assenza
quando divento l’ultima luce all’ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe

ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia

ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

Nazim Hikmet, Berlino, 1961







NO RAIN



All I can say is that my life is pretty plain


I like watchin the puddles gather rain


And all I can do is just pour some tea for two


And speak my point of view but it's not sane, it's not sane


I just want someone to say to me


I'll always be there when you wake Ya know


I'd like to keep my cheeks dry today


So stay with me and I'll have it made


And I don't understand why I sleep all day


And I start to complain that theres no rain


And all I can do is read a book to stay awake


It rips my life away but its a great
escape...escape...escape


All I can say is that my life is pretty plain


You don't like my point of view Ya think that I'm insane


Its not sane... its not sane



I just want someone to say to me I'll always be there when you wake


Ya know I'd like to keep my cheeks dry today


So stay with me and I'll have it





No Rain, Blind Melon


http://www.youtube.com/watch?v=dYlAwvz8uwc

mercoledì 10 novembre 2010

lobas...


In tempi duri dobbiamo avere sogni duri, sogni reali, quelli che, se ci daremo da fare, si avvereranno.


Clarissa Pinkola Estés, Donne che ballano coi lupi

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Mandarino per nascita e per elezione, a orologeria per necessità. politicamente scorretta, vivo libera da ogni convenzione e religione, tutti i giorni reinvento il mio mondo e ridò la carica al mio trenino a molla