DIO C'È
SOLO SCRITTO SUI MURI
stazione di Parghelia, VV
"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck
lunedì 29 ottobre 2012
mercoledì 24 ottobre 2012
i napoletani puzzano&Jim Morrison
I napoletani puzzano. Puzzano di mare, di sale, di vento, di emozione. Puzzano di arte antica, di valori umani. Puzzano di dolore e di sofferenza per tutti i mali sopportati. I napoletani puzzano di allegria e di gioia di vivere, puzzano di una insopportabile fetente e geneticamente inestirpabile tendenza alla felicità. che noi altri ci affanniamo a respirare.
2 giorni fa ho pubblicato questo post dedicato a Napoli sul mio wall Facebook e ora me lo ritrovo in mille bacheche e in tantissimi blog, è diventato anche una nota in una pagina di fan del Napoli Calcio. quasi mai vengo citata, lo hanno fatto solo gli amici o i contatti più "carini" ma poi il post di bacheca in bacheca ha perso la citazione o addirittura è stato attribuito ad altri. è emozionante vedere che le mie parole sono diventate le parole di tutti, ed è esaltante sentirsi Jim Morrison.
2 giorni fa ho pubblicato questo post dedicato a Napoli sul mio wall Facebook e ora me lo ritrovo in mille bacheche e in tantissimi blog, è diventato anche una nota in una pagina di fan del Napoli Calcio. quasi mai vengo citata, lo hanno fatto solo gli amici o i contatti più "carini" ma poi il post di bacheca in bacheca ha perso la citazione o addirittura è stato attribuito ad altri. è emozionante vedere che le mie parole sono diventate le parole di tutti, ed è esaltante sentirsi Jim Morrison.
sabato 22 settembre 2012
mercoledì 19 settembre 2012
sabato 8 settembre 2012
estratto da " 'Ndrangheta " di Enzo Ciconte
A metà degli anni '60 con la decisione di completare l'autostrada del sole nel tratto rimasto incompiuto tra Salerno e Reggio Calabria, la Calabria usciva dall'isolamento e poteva essere collegata più velocemente con il resto del paese. una scelta positiva che guardava al futuro della regione e alla sua possibilità di potenziare il trasporto su gomma; quello su ferro era tutt'altro discorso. il modo come furono portati a termine i lavori funzionò da volano per un significativo sviluppo della 'ndrangheta.
Vinsero gli appalti i grandi imprenditori del nord, com'era prevedibile visto l'entità economica dell'importo e visto le strutture da loro possedute. Nessuna impresa calabrese era in grado di competere. Questi colossi imprenditoriali del nord quando arrivarono in calabria, ancor prima di iniziare i lavori, avviarono trattative con alcuni capobastone e si accordarono con loro.
Acquistarono la protezione della 'ndrangheta sui cantieri dove lavoravano certe ditte e dove furono assunti guardiani indicati dai capibastone. Tutto ciò aveva una conseguenza di carattere economico: la 'ndrangheta costava. dai calcoli fatti i prezzi lievitarono del 15%. Era il costo della 'ndrangheta. La "Stampa" di Torino il 3 marzo del 1970 scriveva: "in un certo senso, questo nuovo tipo di mafia lo hanno generato i grandi imprenditori edili del settentrione".
Considerazione amara, non lontana dal vero, perchè nel silenzio e nella più totale disattenzione e indifferenza la 'ndrangheta avviava la sua grande trasformazione; e la avviava con l'aiuto dei grandi imprenditori edili del nord che si assunsero, così facendo, una grave responsabilità storica.
Costoro avevano forza economica, autorità, relazioni sociali per resistere alle richieste estorsive, avevano il prestigio per chiedere a prefetti e questori la necessaria e doverosa tutela dei loro cantieri. Tra l'altro, la 'ndrangheta non era ancora all'altezza di costituire una minaccia così devastante contro di loro. lo sarebbe diventata negli anni successivi, e proprio dopo che si era arricchita con i lavori dell'autostrada.
Enzo Ciconte
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giovedì 30 agosto 2012
Piero Angela e dintorni....
Cose che ho scoperto guardando Focus Tv: se non era per il continente africano che spingeva, rinculando, contro quello euroasiatico, col cavolo che Alpi e pianura padana emergevano dalle acque.
Daniele Sensi.
Daniele Sensi.
mercoledì 15 agosto 2012
che meraviglia
La gente dice che ciò che conta è vivere, ma io preferisco leggere.
(Logan Pearsall Smith)
sono entrata in libreria, l'unica libreria che c'è qui. cercavo una novità, è tanto che non leggo un bel librone da trenta euro appena stampato.
La signora della libreria, bellissima nella sua naturale sciattezza e nell'ostentazione dei suoi anni, mi ha raccontato come fosse finita a vendere libri nel più piccolo paese d'Italia, a più di 1000 km da casa sua.
tanti anni fa, mi ha detto, era venuta ad accompagnare la madre in vacanza, che purtroppo in quei giorni si ammalò e così la vacanza diventò un lungo soggiorno in ospedale. durante quei mesi di ozio, la futura libraia - ex giornalista ed ex collaboratrice di case editrici, c'è da precisare - faceva compagnia alla madre ammalata e si ritrovò a poter leggere solo i librini gialli che rimediava nelle edicole.
da lì, dopo 4 mesi di noia mortale, la decisione di trasferirsi definitivamente in quel paesello e di aprire una libreria - prima ed unica libreria del paese -, dunque di invecchiare lavorando: il negozio le permette semplicemente di andare in pari tutti i mesi ma almeno non fa la pensionata e non si annoia più.
non ce l'ho fatta a persistere nella decisione di acquistare una novità. mi sembrava, dopo questa bella storia, di aver già fatto il pieno. e ho optato per un classico che avrei voluto leggere da tanto tempo.
LA PELLE, Curzio Malaparte. in un'edizione curatissima, di Adelphi. uno di quei libri che ti fanno benedire l'invenzione della scrittura.
Una meraviglia. una vergogna non averlo letto prima, un peccato averlo già letto.
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- internauta76
- Mandarino per nascita e per elezione, a orologeria per necessità. politicamente scorretta, vivo libera da ogni convenzione e religione, tutti i giorni reinvento il mio mondo e ridò la carica al mio trenino a molla