"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck

lunedì 14 febbraio 2011

diario di bordo

proprio ieri mi chiedevo dove fosse finita la viaggiatrice in solitario, la ragazza in gamba che se ne andava in giro per studio, vacanza o lavoro, godendosi il lusso di non rendere conto a nessuno.
era solo bisognosa di 10 ore di sonno.
infatti stamattina, anche se ancora un po' timorosa di riscoprirmi la ragazzina imbranata di sempre, sono filata via liscia fra metro, tram e scuole-casermoni, senza neanche avere una cartina in tasca, ma proprio a naso, in un città che nonostante non l'abbia mai cagata inizio a intuire, in una lingua che nonostante non abbia mai curato non fa che riaffiorare, con un lavoro che nonostante tutti i problemi è ormai parte integrante della mia persona.
L' Austria per me è sempre una bolla spazio-temporale, fatta di strudel e pane di segale buonissimo. e del piacere di riatterrare dritta fra le braccia più accoglienti del mondo.
certo, è un non-sense per un'atea e un pagano festeggiare una festa stupida e commerciale per lo più dedicata a un martire cristiano, e però stamattina a vedere quei dolcetti tutti ricoperti di glassa rosa, confezionati nelle mini bustine rosse, le torte di fragole a forma di cuore, ecco non so come ho potuto resistere, forse solo perchè oggi è lunedì e non avrebbero retto fino a venerdì....
e non avendo la macchina fotografica non ho potuto neanche immortalarli, almeno quello! avrei voluto postare la foto, dei dolci belli così io non li avevo visti mai.

e allora ho deciso.
non-sense oppure no, ho deciso che san Valentino sarà un'occasione per fare un dolce.
sugli auguri ci si può passare, su una crostata alle fragole no.

e, come promemoria, allego link ricetta per muffin di san Valentino:
http://ricette.pourfemme.it/articolo/ricette-san-valentino-i-muffin-con-il-cuore-dentro/8689/

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Mandarino per nascita e per elezione, a orologeria per necessità. politicamente scorretta, vivo libera da ogni convenzione e religione, tutti i giorni reinvento il mio mondo e ridò la carica al mio trenino a molla