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Come la maggior parte delle creature che prosperano in ambienti ostili, i licheni crescono lentamente. Possono impiegare anche più di mezzo secolo per diventare grandi come il bottone di una camicia. Pertanto, scrive David Attenborough, quelli che raggiungono le dimensioni di un piatto da tavola devono avere “centinaia, forse anche migliaia di anni”. Difficile immaginare un’esistenza meno appagante. “Si limitano a esistere” aggiunge Attenborough, “testimoniando che a quanto pare la vita, anche al suo livello più semplice, trova motivazione in se stessa”.
È facile lasciarsi sfuggire quest’idea - che la vita, semplicemente, esiste. In quanto esseri umani abbiamo una naturale tendenza a credere che essa debba avere uno scopo. Noi abbiamo progetti, desideri e aspirazioni. Vogliamo sempre trarre un vantaggio dall’inebriante esistenza che ci è stata concessa. Ma per un lichene che cos'è la vita? D’altra parte, il suo impulso a esistere, a essere, è in tutto e per tutto forte quanto il nostro, se non di più. Se mi dicessero che devo trascorrere decine e decine di anni sotto forma di crescita lanuginosa aggrappata alle rocce di un bosco, credo che perderei la voglia di vivere. I licheni no. Come quasi tutti gli esseri viventi, sopporteranno ogni difficoltà, resisteranno a ogni insulto, pur di avere un solo istante di vita in più. Per farla breve, la vita vuole solo esistere. Però - e questo è interessante - nella maggior parte dei casi non ha grandi pretese.
da "Breve storia di (quasi) tutto", Bill Bryson
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