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Bisogna posare veleno e pugnale e crearsi il proprio lieto fine, la maggior parte delle volte.
(guardando Grey's Anatomy)
"Cos'è che in noi mente, uccide, ruba?" Georg Büchner, Woyzeck
En creciendo, la amiga y la sonsaca
(con ella embiste el apetito loco).
En subiendo a mancebo, todo es poco,
y después la intención peca en bellaca.
Llega a ser hombre y todo lo trabuca:
soltero sigue toda perendeca,
casado se convierte en mala cuca.
Viejo encanece, arrúgase y seca;
llega la muerte, todo lo bazuca,
y lo que deja paga, y lo que peca.
Francisco de Quevedo
di Jacopo Fo, Il Fatto quotidiano, 8 ottobre 2011
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/08/equipariamo-la-speculazione-allomicidio/162868/Gente che guadagna un miliardo in un’ora… E negli ospedali greci mancano le medicine. Scommettere sul crollo conviene.
A scuola non ti spiegano come funziona la finanza. Se lo facessero avremmo già le barricate per strada. Se la gente sapesse come funziona il sistema comprenderebbe anche che è naturalmente indirizzato a creare crolli economici, semplicemente perché quando si scatena il caos e la bancarotta gli speculatori guadagnano di più. E’ una caratteristica fisiologica del sistema. E’ più facile scatenare una crisi di panico che una crisi di ottimismo. Questo è essenzialmente il motivo per il quale la finanza mondiale e nello sterco fino al collo.
In questo momento l’umanità sta permettendo che un esercito di persone senza scrupoli, guadagni cifre colossali di denaro distruggendo la vita di milioni di persone. O si regolamenta il sistema finanziario, si chiudono con l’aviazione i paradisi fiscali e si demolisce il segreto bancario, oppure col cavolo che si esce da questa crisi. Anche dopo il disastro finanziario del 1929 si arrivò alla conclusione che erano necessarie regole. Poi i controlli negli anni ’80 furono gettati al cesso.
In questo momento da Madrid a Milano e a New York masse crescenti di persone stanno scendendo in piazza. Chiedono come sia possibile che milioni di persone si trovino rovinate mentre i dirigenti delle grandi banche che hanno causato il disastro e che sono state poi salvate con i soldi pubblici, si distribuiscano premi di miliardi di euro. Come è possibile che banche che hanno prestato denaro a governi che non potevano pagare, pretendano oggi che i cittadini paghino i danni?
Gli islandesi hanno fatto una pernacchia a questo meccanismo perverso e hanno detto alle banche che pretendevano decine di migliaia di euro da ogni islandese di attaccarsi al tram: “Sapevate che l’Islanda era sull’orlo del fallimento e avete continuato a prestare denaro a un governo corrotto e incapace. Voi siete complici! Non è colpa nostra se avete finanziato dei dementi. Se volete indietro i vostri soldi fate causa ai ministri, non venite a prendervela con noi…“
Si tratta di rovesciare un paradigma. Non so se è una battaglia che potremo vincere, ma se ci sarà una grande reazione popolare dura e pacifica, abbiamo quanto meno la possibilità di temperare le pretese delle banche e di cambiare le regole del gioco trasformando in un reato grave la speculazione finanziaria selvaggia.
Ma per capire perché questa battaglia è così importante è necessario rendersi conto di dove sta il trucco perverso e intrinsecamente amorale e illegale. La borsa è molto più complicata da capire di una pistola, ma gli effetti possono essere gli stessi. Quel che sta distruggendo le economie di interi popoli è la possibilità di scommettere sulle borse, che è cosa ben diversa dall’investire in borsa.
Una volta io potevo solo comprare le azioni della Fiat e sperare che il loro valore aumentasse. Un meccanismo elementare che permetteva alle aziende di finanziare il proprio sviluppo… Poi la questione si complicò quando si iniziarono a vendere opzioni sui prodotti agricoli. I produttori di arance vendevano in anticipo prenotazioni sui raccolti, con le quali si fissava il costo di vendita a raccolto avvenuto. Magari avevano paura che ci fossero raccolti troppo abbondanti e che questo provocasse il crollo del prezzo delle arance. Emettevano quindi future garantendosi così prezzi di vendita mediamente più bassi ma sicuri.
Nacque poi un prodotto finanziario completamente diverso, che permette di giocare in borsa senza comprare azioni od opzioni, ma scommettendo solo sulla differenza tra il prezzo delle arance di oggi e quello delle arance tra 3 mesi. Mi gioco quindi non il valore di un quintale di arance ma i 10 euro di differenza ipotetica tra il prezzo di oggi e quello futuro.
Infine posso anche rivendere quote di un debito. Siccome ho paura che la Grecia fallisca, ti rivendo delle quote di questo debito, proponendoti un interesse alto, visto che comprandole ti esponi al rischio che la Grecia non ripaghi il debito. E posso contemporaneamente scommettere che il valore delle azioni che ho emesso crollerà (del che son certo perché la polpetta avvelenata l’ho cucinata io).
Tutto questo complicatissimo gioco di scommesse e coperture di scommesse è poi diventato una specie di Golem con l’avvento dei computer grazie ai quali posso comprare o vendere su tutte le piazze del mondo alla velocità della luce e mantenere l’anonimato utilizzando società domiciliate nei paradisi fiscali… e scatenare il panico tra milioni di piccoli risparmiatori che se ne stanno in pantofole di fronte a un pc creando graziosi effetti valanga.
Già la situazione sarebbe pericolosa, ma va aggiunta la progressiva demolizione dei controlli sulla finanza, che è stata perseguita dai governi di mezzo mondo (da Reagan in poi). Se non c’è più nessuno che controlla che il denaro venga prestato a persone che possono restituirlo, posso guadagnare moltissimo stipulando mutui inaffidabili e poi rivendere il rischio che mi sono accollato a ignari risparmiatori.
Vuoi che tutto questo finisca? Indignati!
Soltanto i giovani hanno momenti simili. Non sto parlando dei giovanissimi. No. I giovanissimi, in effetti, non
hanno momenti. È il privilegio della prima giovinezza di vivere in anticipo sui propri giorni, in quella bella continuità di
una speranza che non conosce né pause né introspezione.
Ci si chiude alle spalle il piccolo cancello della fanciullezza e si entra in un giardino incantato, dove anche le
ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. Non perché sia una terra inesplorata. Si
sa bene che tutta l'umanità è passata per quella stessa strada. È il fascino dell'esperienza universale da cui ci si aspetta
una sensazione non comune o personale: un pezzetto di se stessi.
Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti, eccitati e divertiti, accogliendo insieme la buona e la
cattiva sorte - le rose e le spine, come si suol dire - il variegato destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi
le merita o, forse, per chi ha fortuna. Già. Si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una
linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro.
Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti?
Momenti di noia, ecco, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di quei momenti in cui chi è
ancora giovane è portato a compiere atti avventati, come sposarsi all'improvviso, o abbandonare un lavoro senza motivo
alcuno.
La linea d'ombra - J. Conrad
Difendere l’identità nazionale, la lingua,il dialetto, le tradizioni.
Cosa vogliono questi immigrati con i loro kebab, tanto in auge nelle nostre strade?
Noi difendiamo i nostri buoni prodotti italiani, arance e limoni, albicocche e carciofi nati sotto il nostro bel cielo azzurro: vogliamo rinunciare forse al nostro milanesissimo risotto allo zafferano?
Non siamo razzisti: e se gli immigrati vengono qui solo per lavorare, per fare i facchini in un magazzino per esempio… niente in contrario. Possono anche vestirsi a modo loro, con le loro giubbe
ricamate e colorate, rosso scarlatto o cremisi, chi dice niente? Non siamo mica aguzzini.
Ma loro si trasformano subito in assassini della nostra lingua e della nostra cultura! Per questo dobbiamo bloccarli alla dogana!
Noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni, a una buona tazza di caffè, bevuta possibilmente stando sdraiati su un comodo materasso (e magari in un letto col baldacchino). Questi qua non bevono nemmeno alcol! Dobbiamo forse rinunciare a una bella caraffa di vino, che per noi è un elisir di lunga vita?
Ah che tempi meschini! Non siamo lo zerbino di questa gente che vuole tenerci in scacco!
Scusate l’azzardo: ma ormai qui ci sono immigrati a bizzeffe, cifre con molti zeri! Se continua così fra poco parleremo tutti arabo!
tratto da www.scudit.net